Sunday, October 24, 2010

L'importanza di essere analfabeti

In uno degli ultimi numeri della prestigiosa rivista Nature (Vol. 467, No. 7315, p. 499) si legge che le università e i centri di ricerca tedeschi hanno ripreso a contribuire significativamente all'avanzare della scienza. Questo risultato si deve ad un piano di investimenti nella ricerca che ha portato i diversi livelli di governo (soprattutto quello federale) a sostenere e migliorare le infrastrutture preesistenti. Non si tratta esclusivamente della disponibilità di fondi, pubblici e privati, ma della loro distribuzione nel territorio. Gli sforzi per ricostruire la credibilità e i risultati degli istituti dell'Est sono stati costanti e notevoli. Su tutti è utile ricordare l'apertura di nuove sedi dei Max Planck Institute verso Est.

Dopo la riunificazione, seguita al mitico crollo del muro di Berlino, in venti anni la Germania è riuscita a fare con il suo "Sud" (leggi "Est") quel che in Italia aspettiamo dal 1861. È, infatti, in questa chiave che si possono interpretare i recenti "successi" economici e commerciali delle imprese tedesche. Il supporto di attività di ricerca scientifica di altissimo livello produce (a) lavoratori altamente qualificati, (b) manager e direttori che sperimentano nuove tecniche di gestione e capiscono l'importanza di essere "all'avanguardia", (c) una maggiore comprensione, da parte della popolazione in generale e della classe politica in particolare, delle sfide che si presentano sui diversi piani delle dinamiche internazionali, (d) un significativo senso di responsabilità da parte della classe politica nei confronti dei cittadini e di altri "stakeholder" (vedi sotto), collocati al di fuori dei confini dello Stato, ma non meno importanti, (e) la possibilità che imprese possano nascere dai cosiddetti spin-off, ovvero da studenti universitari che trovano supporto istituzionale e fondi privati che favoriscono particolari idee di impresa, (f) molto altro.

Se tutto questo può essere ricondotto agli investimenti in ricerca e sviluppo, come mai--ci si potrebbe domandare--l'Italia non segue l'esempio tedesco (che poi è anche quello degli USA) e investe nella ricerca in modo da garantire una maggiore prosperità in futuro? La risposta sembra essere semplice. Se quanto elencato sopra può essere associato ad un forte finanzaimento della ricerca, cosa è associato ad una mancanza di fondi per la ricerca?

La scarsità di risultati scientifici è solitamente legato a: (1) nanismo imprenditoriale e scarsa attitudine al rischio, (2) più alti livelli di corruzione e disparità tra i sessi, dovuti alla mancanza di educazione al senso della "cosa comune" e alla comprensione di quanto la diversità sia ricca, (3) scarso senso di responsabilità per le proprie azioni, derivante dal mancato esercizio intellettuale di pensare e riflettere attentamente alle conseguenze delle decisioni (fondamento di molti corsi universitari), (4) limitati o assenti supporti alle attività di spin-off, (5) mancanza di una classe politica che si faccia portatrice di interessi che non siano auto-referenziali ma che si ispirino ad un senso etico condiviso dalla maggioranza dei cittadini, (6) lavoratori scarsamente qualificati che si battono, ad armi impari, contro Cina, Brasile, India, invece di costituire un'altrernativa a USA, Germania, Francia. Ci sarebbe dell'altro ma un corollario di quanto scrivo è costituito dalla facilità con cui i poveri di mente (spero non di spirito!) sono influenzabili da potere, minacce, autorità.

Uno dei punti fondamentali è capire l'importanza del concetto di stakeholder. Si tratta di considerare gruppi e individui che influenzano e sono influenzati da coloro i quali prendono le decisioni. È in questo quadro che la decisione della Germania (e dell'Unione) di sostenere la Grecia può essere compresa. Quali sono gli interessi "altri" del paese? Una volta comprese le interconnessioni economico-finanziarie attuali, un passaggio decisamente rilevante è quello di avere degli interlocutori--i cittadini--che possano apprezzare la portata della decisione. Gli stessi motivi che spiegano la modernità della decisione tedesca possono aiutare a comprendere quanto sia difficile che le stesse logiche sii applichino al caso italiano.

In sintesi, l'ignoranza è fondamentale. Infatti consente ad una classe politica scadente di continuare ad esercitare una significativa influenza su cittadini che non hanno gli strumenti intellettuali per distinguere tra la coerenza di un buon argomento dalla logica fallace di uno scadente.

L'unica difesa contro i soprusi è e rimane la conoscenza, la ricerca, l'università.

5 comments:

  1. Caro Davide,
    il problema e` non tanto che queste opinioni non siano condivise, quanto che non ci sia alcuna traccia di riflessioni simili nel dibattito politico, e tantomeno nei giornali italiani.
    L'assenza patologica di qualunque programmazione a lungo termine e` uno degli aspetti peggiori della nostra scena politica, e lo stato delle nostre universita` e` uno dei risultati piu` sconfortanti.

    Parlando di comparazioni, cosa ne pensi della situazione spagnola? Stavano cavalcando la crescita economica o hanno posto le basi per uno sviluppo della ricerca a piu` lungo termine?

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  2. Ciao Dedalus:

    Sul primo punto, non sono sicuro che siano poi cosi' condivise. In realta', se lo fossero, i cittadini pretenderebbero un diverso atteggiamento rispetto alla cultura in generale e alla ricerca. Questo non avviene. Al contrario, sono certo che anche tu abbia avuto a che fare con il tipico mentecatto (con e senza laurea) che disprezza profondamente libri, cultura e qualsiasi cosa non sia legata alla "concretezza del fare". Ti ricorderai quante discussioni con chi era per la "pratica", pretendendo che la "teoria" fosse per i poveretti che non hanno ancora capito cosa conti realmente. Insomma, non ho proprio idea di cosa frulli nella testa di certe persone che, ahime', sono la maggioranza in quel paese.

    Sono d'accordo su quanto scrivi del lungo termine anche se, paradossalmente, Hofstede classifica la cultura italiana come particolarmente attenta al lungo termine, se comparata con quella degli Stati Uniti, per fare un esempio. Magari, siamo di fronte a una semplice miopia legata a certi fattori ma non ad altri; oppure, siamo di fronte a chi programma il lungo termine in modo che appaia il piu' simile possibile a quanto esiste ora e adesso. Mah, sarebbe interessante fare uno studio su questo punto…

    Sul tuo ultimo punto, penso che la Spagna abbia seriamente posto le basi per uno sviluppo della ricerca a lungo termine. Un indicatore che puoi usare e' quello di vedere quante universita' spagnole escono con position internazionali. Non sono certo tante quante quelle in UK ma sono comunque molte piu' di quelle italiane (che sono 1, cioe' Bocconi). La prossima volta che becco un articolo su Nature o Science sulla Spagna te lo giro…

    Grazie per il commento, a presto!

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  3. ottimo post Davire, non sapevo avessi un blog, purtroppo queste discussioni in Italia ci sarebbero pure, ma le leggiamo sempre e solo noi "poveri fissati" con la cultura, siamo anni indietro..non so cosa debba accadere perche' le cose cambino!
    ci vediamo a Natale ;)
    Damagno

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  4. Wow, Damagno!! Che piacere ritrovarti qua… veramente, non lo sapevo nemmeno io di avere un blog… :D Fino a un mese fa, quando il livello di frustrazione per gli eventi "italioti" aveva raggiunto un picco inaspettato.

    Ad ogni modo, grazie mille per il commento!!

    Ogni tanto leggo qualcosa su "Il Fatto" ma, hai ragione, si tratta di questioni che riguardano pochi e "poveri fissati", come scrivi tu.

    Io, sinceramente, ho sempre piu' paura che il film di Moretti si riveli troppo vicino alla realta' (ricordi? "Il caimano" mi pare che s'intitoli).

    Saluti a tutti a casa tua!

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  5. si si che lo ricordo quel film..con l'inquietante finale..
    grazie dei saluti!

    quelle questioni poi le tratta Repubblica e in particolare Tito Boeri un economista che mi piace molto..ma ovviamente sono voci inascoltate (il mio e' un esempio, tu ne conoscerai anche piu' di me..)
    ciao!

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