Il 13 Febbraio molte italiane parteciperanno ad una manifestazione per sottolineare l’importanza che alle donne sia riconosciuta dignità, rispetto e, soprattutto, pari opportunità. Vista dagli Stati Uniti, la manifestazione appare sacrosanta in un paese che viola costantemente i diritti delle donne. Queste violazioni non sono solo un segnale di inciviltà ma denunciano il fallimento di uno Stato. Il paese si distingue, tra quelli occidentali, per l’assenza di leggi a tutela della parità tra i sessi, la mancanza di una cultura del rispetto, il rifiuto, da parte di donne e uomini, di comprendere che le differenze tra i sessi e che le pari opportunità sono un valore da condividere e, possibilmente, da scrivere (o riscrivere in maniera più chiara) nella Costituzione della Repubblica.
Con tutti i difetti che gli Stati Uniti mostrano a se stessi e al resto del mondo, penso che si siano fatti dei notevoli passi avanti verso una maggiore parità dei sessi. Non sarebbe nemmeno da scrivere che le “battute” di Mr B sulle donne (per non parlare dei comportamenti) avrebbero probabilmente portato alle dimissioni immediate. Cioè, in realtà, non sono proprio sicuro di questo. Infatti, è impensabile che un Presidente degli Stati Uniti si manifesti irrispettoso, anche solo nelle affermazioni, dei diritti delle donne in genere o di una donna in particolare. Ma non andiamo così in alto. Diciamo che anche io rischierei il mio posto di lavoro qualora una studentessa riportasse, potendolo dimostrare, una mia eventuale affermazione sessista. Racconto un episodio, banale ma che forse rende l’idea.
In una delle classi ero uso fare un esempio su come si prendono le decisioni. Nel corso del mio primo semestre negli States portavo un esempio che riguardava la scelta dei vestiti. La battuta, fatta solo per “alleggerire” la lezione e renderla più piacevole, riguardava il fatto che la scelta può essere una non-scelta per i ragazzi, posto che di norma si prende qualunque cosa stia sopra la pila dei vestiti (magliette, pantaloni o altro). La prima cosa che si vede è quella che finisce indosso. Per le ragazze, la scelta è più complicata invece. Il problema diventa il color-matching e gli abbinamenti di stile, per così dire. Ho notato che solo i ragazzi sghignazzavano. Insomma, per farla breve, in uno dei commenti anonimi che ho ricevuto a fine semestre, una studentessa mi invitava ad evitare commenti “sessisti.” Ho pensato (e ancora penso) che, per così poco, il commento mi pareva eccessivo. E tuttavia, pure negli eccessi ho capito che esiste una cultura del rispetto e della dignità delle differenze che deve essere considerata. Avrei sbagliato se avessi continuato a fare l’esempio così com’era. E dunque, faccio ancora l’esempio ma prendo per il culo me stesso.
Detto questo, ritorno alla manifestazione e ne traggo spunto per commentare un grave episodio recente.
Vi ricordate la (tristemente) famosa battuta di Mr B rivolta a Ms Bindi? In un intervento telefonico ad una nota trasmissione televisiva, Mr B disse qualcosa come “Signora Bindi, lei è sempre più bella che intelligente.” A parte la vigliaccheria di telefonare per imporre la propria voce evitando il contraddittorio, quello che mi è rimasto impresso in mente è lo sguardo incredulo di Rosy Bindi. Penso che, da un lato, fosse rimasta perplessa di fronte a tale manifestazione di ignoranza e che, dall’altro lato, non si aspettasse un insulto così personale e diretto.
La battuta è indice di una concezione della donna da parte di Mr B e, purtroppo, di troppi italiani che è divenuta ormai evidente con gli ultimi scandali. E tuttavia, a parte l’indignazione di qualunque persona civile, la battuta non è un delitto. Si tratta di mancanza di tatto, spregiudicatezza, analfabetismo civile, senso di illiberalità, pochezza intellettuale, scarsa cultura politica e, forse, qualcosa d’altro.
Non intendo commentare nel merito la battuta che, di per se, a me pare si commenti da sola. Vorrei invece fare una riflessione di tipo diverso. La sparata del primo ministro non è offensiva solo per Ms Bindi ma per tutti gli italiani e le italiane. La stessa relazione suggerita dal premier può essere valida, in quelle condizioni, per le nostre madri, sorelle, nonne, amiche, colleghe, compagne. Per quale motivo? Semplice, perché la valutazione è estremamente soggettiva. Per quanto sappiamo, non penso Mr B abbia sotto mano i dati del IQ di Ms Bindi. Inoltre, le affermazioni sull’aspetto fisico di una persona (che non dovrebbero mai entrare in un dibattito politico perché totalmente irrilevanti) sono anch’esse soggettive. Anche qui, per quanto ne sappiamo, Ms Bindi è di sicuro considerata una persona molto bella per nipoti, amici, eventuale compagno, e molti altri. Cosa definisce la bellezza di una persona? Anche la cosiddetta bellezza fisica è un aspetto discutibile e soggettivo. Per esempio, sono sicuro che molte persone, poste di fronte all’alternativa di una cena con Ms Bindi oppure con una delle puttane (prezzolate e non) che Mr B è solito frequentare, non avrebbero alcun dubbio su cosa rispondere. Scherziamo? Lasciamo le puttane ai puttanieri!
In sintesi, una “battuta” come quella infame riportata sopra è umiliante non solo per chi la subisce in quel momento ma per chi ritiene di pensare diversamente, per chi pensa che i valori siano altri. E in quel dibattito televisivo Ms Bindi rappresentava quei valori, impersonando le nostre sorelle, madri, zie, nonne, colleghe, amiche, fidanzate che hanno diritto di esprimere le loro opinioni a prescindere da considerazioni di carattere soggettivo di chi ascolta.
Insomma, non è certo Mr B che può valutare dell’intelligenza o della bellezza di un avversario politico o di una terza persona qualunque. Ancora peggiore è stata la dimostrazione di quanto poco si siano indignati gli italiani. Mr B pensi alla propria di intelligenza. No comment sulla “bellezza.”
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